Nicco ha compiuto sei mesi, è arrivato il momento di tirar fuori il set pappa carta da zucchero dal design nordico che ho scelto e comprato da mesi. Non vedevo l’ora!
A dire il vero quel set l’ho già testato quando, dai cinque mesi, il pediatra mi ha consigliato di iniziare a dagli della frutta grattuggiata, ma tutte quelle mele e pere alla fine le mangiavo io perché lui non ne voleva sapere niente. Me le sputacchiava in faccia con una pernacchia e poco più. Beh, alla fine facevo una merenda di design.
La scorsa estate, seguendo @Maghy_ su instagram, avevo sentito parlare e mi ero quindi informata sull’autosvezzamento, ma facciamo un passo indietro: Maghy è quella ragazza che ho conosciuto a una settimana dal suo parto, a sette mesi dal mio. Lei non è un medico ma una donna super brillante e in gamba che mi ha sempre incoraggiato e sostenuto nelle mie scelte e nei miei dubbi. Quando avevo ancora il pancione mi ha suggerito due libri sul parto naturale (qui ho parlato del mio parto), e mi ha inserito in un gruppo whatsapp in cui faccio sempre mille domande sceme. Soprattutto una: “Mi fa male il seno ogni mezzora, non è che sto perdendo il latte?” “Non mi fa più male il seno ogni mezzora, non è che sto perdendo il latte?” “Nicco piange, non è che sto perdendo il latte?” “Devo tirare il latte per due giorni, non è che lo perdo?”. E ancora mi rispondono, sante donne!
Ma dicevo, l’autosvezzamento. Inizialmente non sono stata particolarmente attratta, mi sentivo rassicurata dallo svezzamento classico che ti comunica il pediatra intorno al quinto mese, per quanto come scelta non mi rappresenti affatto. La mia era solo non-conoscenza.
Quando ho iniziato a grattuggiargli mela e pera ho notato che facevo una discreta fatica a dargli la pappa, non ero convinta io e lui non dimostrava il minimo interesse a quanto stessi facendo. Rifiutava il cibo, il che mi faceva un po’ ridere, ma soprattutto mi stressava, e io non voglio MAI stressarmi senza un motivo reale con Niccolò. Sì, mi dicevano che all’inizio è normale, eppure mi sono chiesta se davvero era così che volessi vivere una fase così importante con mio figlio, e la risposta è stata NO.
Ho chiesto alle mie amiche-guru, loro hanno sempre la risposta giusta, o più di una risposta. Oggi voglio fare una chiacchierata qui con @Maghy_, con lei e non con un medico, perché con le amiche in primis si parla dei propri dubbi, poi ci si rivolge alle figure di riferimento, e per questo vi suggerisco la lettura del pediatra Lucio Piermarini, Io mi svezzo da solo.
• Partiamo dalla base: cos’è l’autosvezzamento?
L’autosvezzamento è proprio quello che la parola dice, auto svezzamento. Il bambino si svezza “da solo”, ovvero “decide lui” cosa e sotto che forma mangiare. Si passa dal latte materno ai cibi solidi senza stare a frullare tutto. Quello che mangiamo noi assaggerà lui. Parlo di assaggi perchè inizalmente è questo quello che farà, assaggerà, un pò di tutto e meno condito.
• Lo svezzamento del pediatra viene iniziato a sei mesi. Quando comincia l’autosvezzamento?
L’autosvezzamento comincia quando il bambino inizia a mostrare interesse verso il cibo, senza fretta e senza scadenze. Ci devono però essere alcuni segni imprescindibili, come ad esempio lo stare seduti e l’assenza del riflesso di estrusione. Lo si mette con il seggiolone a tavola con noi e si comincia stando tutti assieme, in modo che lui posso osservarci mangiare.
• Il pediatra dà una tabella di cibi, si comincia dal brodo, si prosegue inserendo alimenti sempre nuovi sostituendo una poppata con il cibo “nuovo”. Cosa e quando mangia il bimbo con l’autosvezzamento?
Con Orlando, mio figlio, ho cominciato fin da subito a fargli annusare tutto, poi appena lui si è mostrato interessato ho cominciato con la frutta ma non apprezzava. Avreste dovuto vederlo quando io e il mio compagno gli abbiamo dato un tortellino!! L’autosvezzamento non ha regole, eccetto sminuzzare tutto ma senza troppa paura. Il bimbo può mangiare tutto, a patto che sia un cibo adatto a un bambino, chiaramente si escludono i fritti, ad esempio..ma se parliamo di cibo non troppo saporito, via libera a tutto. Carne, pesce, pasta, pane, formaggi.
• Si preparano alimenti tagliati diversi nel piattino del bimbo scelti da noi?
Come già detto, l’importante è avere a tavola cibi che siano sani. Per il resto veramente, tutto va bene. Spesso nel mio caso mi trovo a dover cucinare solo per lui perchè io e il mio compagno mangiamo tardi per via del lavoro. Orlando (13 mesi) massimo alle 19 cena, ma poi per lui (che non dorme mai prima delle 22.30) c’è sempre una piccola seconda cena. Adora mangiare quando mangiamo anche noi, quindi si adatta alle routine della casa e mangia (oltre la sua cena) anche dai nostri piatti, che sia una pasta radicchio e gorgonzola o una pizza!
• Il mio timore, e scopro che è il timore più condiviso dalle mamme che scelgono questa strada, è il soffocamento. Come sei riuscita a non avere questo dubbio?
Anzitutto, quando ancora Orlando era piccolo, ho prenotato un corso di disostruzione per tutta la famiglia, cosa che stra consiglio a tutti, autosvezzamento o no. All’inizio non è stato semplice, neanche per una come me che cerca sempre di mantenere il sangue freddo in certe circostanze. Quando li vedi diventare paonazzi sfido chiunque a non allarmarsi, ma il punto è che è un riflesso istintivo che aiuta il cibo a non prendere la strada sbagliata ovvero a non finire in trachea. Un’altra cosa che nel tempo mi ha aiutata a capire che no, non si strozzano è stato il nido, a casa faticavo a dargli un pezzo di pane in mano ad esempio, ma al nido le dade lo facevano, così ho preso coraggio e da li ho capito che tante delle mie paure erano solo mie. Un’altra cosa importante è fidarsi dei propri figli, sempre.
• Perché una mamma dovrebbe scegliere questo tipo di svezzamento preferendolo alla rassicurante tabella che ha visto crescere la nostra generazione?
Non so, onestamente io non ho mai avuto intenzione di seguire quella tabella. Sono fin da subito stata onesta con la mia pediatra e lei, seppur non in linea con me ha rispettato la mia scelta. Io non mi sento di consigliare questo svezzamento allo svezzamento classico, ma piuttosto di fidarvi del vostro bimbo e sperimentare. Personalmente non trovo sensata la via di mezzo, ho trovato giusto che Orlando capisse fin da subito che il cibo non è tutto sottoforma di liquidi, ma bensì solido.
• “E se poi prende il vizio?” Ci sono mamme che temono di non dar regole ai propri figli, che svilupperanno la tendenza al capriccio e alla pretesa anche in campo alimentare. Condividi questi dubbi?
Sinceramente trovo che (secondo la mia esperienza) quelli che fanno più capricci col cibo sono proprio quelli che non imparano fin da subito a conoscere il cibo per quello che è realmente. Ma ancor più vero è che ogni bambino è diverso e non ci sono regole che tengano a questo dato di fatto.
• Il passaggio dal seno (o dal latte in formula) agli alimenti solidi più o meno complessi genera un po’ di conflitto e stress nella mamma, ma non pensiamo mai che è soprattutto il bimbo a vivere un momento di passaggio fondamentale per la crescita: tu e Orlando come avete vissuto questa fase?
E’ vero quello che dici, infatti io, che ci ho pensato eccome, ho dato tutto il tempo a lui di sentirsi pronto. Ero preoccupata anche perchè a nove mesi avrebbe iniziato il nido e ancora non mangiava un pasto completo avendo intrapreso la lenta strada dell’autosvezzamento. Non bisogna avere fretta e dare tempo al bambino di sentirsi pronto. Ma le mie paure riguardo al nido erano infondate, quando la mamma non c’è, e di conseguenza (nel mio caso) il seno, improvvisamente diventano pronti. Ho scoperto che i bambini sono bravissimi ad adattarsi alle situazioni, molto molto più di noi adulti.
• Un ultimo grossissimo scoglio è convincere chi ci sta attorno: parenti, compagni, amiche. Siamo tutti cresciuti con le pappe che sputavamo, che venivano riprese col cucchiaio e fatte mangiare a forza “ancora un pochino, apri la bocca, fallo per la mamma”. Come si superano i pregiudizi che abbiamo prima ancora di cominciare?
Onestamente io non credo che si debba convincere proprio nessuno, anzi, questo pensiero mi fa anche un pò incazzare, il figlio è “nostro”, noi lo conosciamo. Riguardo ai compagni che possono avere perplessità posso solo dire, fidatevi, della mamma soprattutto. È la mamma che passa (nella stragrande maggioranza dei casi) più tempo col bambino, trovo che questa decisione vada presa insieme ma che per forza di cose debba pendere di più verso chi ogni giorno fa mangiare il bambino, e spesso siamo noi mamme.
• Un consiglio alle mamme (tipo me) che stanno cominciando adesso?
Solo uno, ma il più importante che non mi stancherò mai di ripetere a chi spesso mi chiede della mia esperienza. FIDATEVI. Fidatevi dei vostri figli.
Grazie Meg, come sempre ♡
Bellissima intervista e che meraviglia vedere voi insieme!Bravissime mamme!
Ma lo sai che una mia amica insieme al marito hanno un sito proprio sull’ autosvezzamento ? Se non sbaglio autosvezzamento.it e se non sbaglio c’è anche un loro libro a riguardo. Se ti interessa da un occhio ?
grazie mille dei preziosi consigli. sei magnifica! 🙂
non avevo visto questo articolo!! Ma io seguo entrambe su instagram!! Che figo!!! e che fichi da paura: Nicco e Orlandinolovalova <3